Titolo: Almarina

Autrice: Valeria Parrella

Casa editrice: Einaudi

Genere: Narrativa

Pagine: 130

 

“Però una tazza da sola sul tavolo della mattina non è un motivo sufficiente per svegliarsi. Napoli sí.”

Almarina è un libro che tocca il cuore di chi Napoli la vive. Valeria Parrella  descrive ciò che la sua protagonista vede, le sue strade, i suoi colori, i suoi grigi, perché Napoli non si spiega, Napoli si vive, lascia sospirare, sorridere, lacrimare e vivere.

Un libro che, chi se l’aspettava, mi ha riempita di meraviglia, mi ha fatto innamorare sempre più, se è possibile, di ciò che già amo, le mie strade, le immagini che ho la fortuna gigantesca di guardare ogni giorno.

Questo romanzo mi ha aperto il cuore. Me lo ha spezzato, ma di felicità. Almarina è un libro estremamente positivo, ti fa credere e sperare.

Elisabetta Maiorano, cinquant’anni, professoressa di  matematica e scienze al carcere minorile di Nisida. Vedova da tre anni, Elisabetta trova ogni giorno la forza di alzarsi e vivere, e questa forza la trae dalla sua città, e di questo è consapevole, la consapevolezza che forse apprende solo ora però, è che la forza la trova anche negli sguardi dei suoi ragazzi, quei ragazzi che stentano a fidarsi, ma quando la guardano negli occhi, la riempiono di speranza. Ed è proprio uno di quegli sguardi che aprirà una crepa nel suo cuore da cui entrerà una luce, una luce per cui rinascere e per cui lottare, al di là del giudizio degli altri e di chi ha in mano il potere di decidere su carta cosa sia giusto o sbagliato. Perché l’amore non conosce burocrazia.

Non posso consigliare a tutti di leggere Almarina, ma posso sperare che più persone possibili ne assorbano la luce.

M.

 

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