Titolo: Insegnami la tempesta

Autrice: Emanuela Canepa

Casa editrice: Einaudi

Genere: Narrativa italiana

Pagine: 238

 

“Lentamente si calmò. Aveva infiniti timori riguardo a Matilde, e ogni nuova giornata piantava un chiodo sul muro della sua paura, ma era quasi certa che questo davvero non fosse possibile. Era stata la sfida a spingere Matilde fino a lì, nient’altro. La provocazione.”

Insegnami la tempesta è l’ultimo lavoro di Emanuela Canepa edito Einaudi.
La protagonista del romanzo è Emma, una donna di circa quarant’anni, madre di Matilde, una ragazza di diciotto anni e moglie di Fausto, che non è il padre naturale di sua figlia e al quale è legata probabilmente per pura riconoscenza.

Il rapporto familiare è inclinato dalla gelosia che Emma prova nei confronti della figlia che mostra molta più affettuosità verso Fausto che per sua madre.

Matilde è molto determinata e desiderosa di autonomia e Fausto la asseconda in questi suoi desideri.
Un giorno la ragazza comunica ai genitori essere incinta e da lì la crepa nel rapporto madre-figlia si fa più profonda. Matilde, inaccessibile, si chiude a riccio ed Emma teme che si ripeta la sua storia, con i condizionamenti che ne sono conseguiti e cerca di correre ai pari imponendosi in modo eccessivo nei confronti della figlia che si allontana maggiormente da lei.

Matilde allora decide di rivolgersi ad Irene, un’amica di gioventù di Emma, diventata suora di clausura, con la quale la madre non ha più rapporti da anni.

Insegnami la tempesta è un romanzo sull’incomprensione che spesso caratterizza il rapporto genitori-figli, ma purtroppo a mio parere non credo che l’autrice sia riuscita a cogliere a pieno il suo intento.
Il romanzo si fa leggere, ma ho cercato l’intensità nei personaggi, che per quello che mi riguarda, non ho trovato. Ho cercato spunti di riflessione sulle scelte difficili, ma non li ho trovati, perché i momenti della narrazione si susseguono affastellandosi uno sull’altro, troppo fugaci, perché le tre protagoniste possano interagire tra di loro.
Ho trovato anche poco approfondito il rapporto tra Matilde e la suora, non arricchisce il romanzo e non è riuscito a catturare la mia attenzione, lasciandomi interdetta su più punti.

L’autrice descrive persone tutte in lotta con se stesse. Trovo il romanzo molto scorrevole, ma nulla di più. Avevo aspettative più alte.

Non escludo in ogni caso, di leggere il precedente lavoro di Emanuela Canepa, L’animale femmina.

Marilena

 

 

 

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