Titolo: La Malnata

Autrice: Beatrice Salvioni

Casa editrice: Einaudi

Genere: narrativa italiana

Pagine: 242

 

“Ero fatta di pelle e sangue, lividi e ossa. E spigoli e urla. Ero viva.
Con i Malnati potevo dire per la prima volta «Sono qui» avvertendo tutto il peso di quell’affermazione.”

Monza 1936. Maddalena dà un peso enorme alle parole, perché fin da bambina crede che quelle parole si possano avverare.
L’ignoranza della gente, di ogni sorta e classe sociale, ha fatto sì che Maddalena si convincesse di ciò, privandola della spensieratezza dell’infanzia.

Maddalena non gioca “a far finta”, perché a volte la finzione si avvera.
Quando il caso o la sorte si sono abbattuti sulla sua famiglia, Maddalena se ne è sentita responsabile. Ed è così che nasce la “Malnata”.

Francesca è attratta dal fascino di una ragazzina tanto lontana da lei, tanto diversa, che in qualche modo la compensa, così come lei stessa compensa Maddalena.

Leggere La Malnata è come mangiare qualcosa di semplice, ma che sazia tanto, che lascia pienamente soddisfatti di gusto e sostanza. Sazia di sentimenti, di buone intenzioni, di ribellione, di rapporti puliti e sinceri, della diversità che arricchisce.
Senza fronzoli, ma con una scrittura che corre veloce e asciutta, racconta una storia ricca di vita.

La Malnata è una storia dolce in un periodo storico  tanto amaro per il nostro paese, il fascismo.
È una storia che sa di vero. Ma alla fine dopo la dolcezza arriva il momento duro, crudo, la lama dell’ingiustizia che affonda a tradimento.

Un finale semiaperto, che fa sperare in un possibile seguito.

Un esordio straordinario per Beatrice Salvioni che a mio pare ha tante carte per offrire ancora qualcosa di molto buono alla narrativa italiana.

Una nota per chi, a mio parere erroneamente, ha paragonato questa storia all’Amica geniale di Elena Ferrante.

Sicuramente questo romanzo può incontrare il gusto di chi ha amato il primo capitolo della celebre tetralogia, ma semplicemente perché narra di un’amicizia nell’età della formazione.
Sono romanzi totalmente differenti, per stile e contenuto.

La natura dei sentimenti che nutrono il rapporto tra Francesca e Maddalena è molto diversa da quella che nutre il rapporto tra Lenuccia e Lila.

Francesca per Maddalena prova totale ammirazione la emula perché la vede come un esempio, Lenuccia vorrebbe essere Lila e fa di tutto per cercare di raggiungere i mezzi per superare Lila e ciò che lei è per natura, una mente acuta.
Lenuccia per Lila prova invidia, la imita perché vorrebbe essere lei. Per giunta entrambe partono dalla stessa condizione sociale.

Francesca e Maddalena provengono da diverse condizioni sociali e superano questo muro per condividere sentimenti e realtà. Sono due diverse versioni di un “unico”.

“- Non c’ho paura di niente, – ripetevo tenendo il mento alzato, sforzandomi di cogliere nel mio viso, che avevo sempre ritenuto banale, i tratti di lei.
Da una parte c’era la vita come la conoscevo, dall’altra come me la mostrava la Malnata.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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