Titolo: L’incubo di Hill House

Autrice: Shirley Jackson

Casa editrice: Adelphi

Genere: Romanzo gotico

Pagine: 233

 

“La paura” disse il professore “é la rinuncia alla logica, l’abbandono volontario di ogni schema razionale. O ci arrendiamo alla paura o la combattiamo; non possiamo andarle incontro a metà strada.”

Classico della letteratura gotica, “L’incubo di Hill House” di Shirley Jackson, racconta di un soggiorno estivo in una vecchia tenuta.
Un gruppo di ospiti, inviati dal professor Montague, studioso di fenomeni paranormali, a caccia di fantasmi, scelti accuratamente per le loro esperienze di vita, trascorrono con il professore un breve periodo di tempo a Hill House.

Le prime 70 pagine del libro sono una lunga introduzione ricca di minuziose descrizioni della natura e dell’ambiente, sembra di guardare un dipinto, grazie alle frequenti e precise descrizioni architettoniche.

“Secondo me questa attesa è esasperante, è quasi peggio che se succedesse qualcosa”

Ho trovato, nella prima parte della storia, alcuni aspetti che mi hanno ricordato “Dieci piccoli Indiani” di Agatha Christie. L’invito che gli ospiti ricevono da uno sconosciuto signore, la coppia di camerieri marito e moglie che trovano al loro arrivo ad accoglierli, e la descrizione viaggio di Eleanor, una delle ospiti.

Tutti i personaggi di questa storia sono costantemente in cerca di attenzione.
La protagonista principale della vicenda è Eleanor che si evince sia affetta da un importante disturbo di personalità, che la Jackson non specifica se già preesistente o sia causa del “contatto con Hill House”, la ragazza è estremamente bipolare e con accentuate manie di persecuzione.
A mio parere dati alcuni comportamenti, il disturbo era preesistente, forse accentuato dalla “casa”.

Il romanzo è un’analisi della paura umana, a fronte di fenomeni inspiegabili.
Quanto questi fenomeni siano reali o ingigantiti dalla psiche, non ci è dato sapere.
Ad un certo punto della narrazione, l’arrivo di nuovi personaggi, movimenta leggermente l’andamento del ritmo lento, ma non li ho trovati assolutamente funzionali alla storia.

Theodora, la protagonista secondaria, è una ragazza capricciosa, il professore poco carismatico e Luke, l’erede della tenuta, un personaggio a mio parere poco funzionale alla storia, anzi pressoché trascurabile, insomma non sono riuscita ad empatizzare con nessuno dei personaggi.

La tensione è leggermente più alta in alcune scene, quando si fa viva nella storia la presenza di fenomeni paranormali, in modo leggermente più definito, per poi sfumare subito e scemare in un nonsense.

L’ultima parte del romanzo è caratterizzata da una da filastrocche macabre, tratto distintivo della Jackson.
La mancanza, a mio parere voluta, di caratterizzazione univoca dei personaggi confonde il lettore in vista delle battute finali.
Il finale amaro, abbastanza frettoloso e prevedibile, me lo aspettavo dalle prime pagine.

La storia è una lunga descrizione di ambienti interni ed esterni alla casa, minuziose e ripetitive le descrizioni, a tratti ridondanti, altra caratteristica della Jackson.

Ho accompagnato la lettura del romanzo all’ascolto dell’audiolibro Emons edizioni, letto dall’autrice Loredana Lipperini. Ho apprezzato molto la voce della lettrice che riesce ad “accogliere” meglio gli ascoltatori, in alcune fasi della storia.

Un’esperienza di lettura e di ascolto che volevo fare da anni e in cui probabilmente avevo riposto troppe aspettative.

Marilena

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