Titolo: Lolita
Autore: Vladimir Nabokov
Casa editrice: Adelphi
Genere: Narrativa
Pagine: 395
LOLITA, PER ME, UN ASSOLUTO “DOPPIO NO”.
Quattro anni fa, ho iniziato a leggere il celebre romanzo di Nabokov, ma ho interrotto la lettura dopo cento pagine.
Nonostante la prosa magistrale dell’autore, l’unico elemento che mi ha portata a riprovare una seconda volta, sentivo una repulsione nei confronti della storia.
L’estate scorsa ho provato a rileggere “Lolita”, e stavolta sono arrivata a metà romanzo.
La mia sarà forse un’ unpopular opinion, o forse no… ditemi voi…
Quelli che elenco qui sotto sono i motivi per cui provo un senso di repulsione nei confronti di questo romanzo.
Il protagonista, un uomo che all’epoca dei fatti narrati ha trentanove anni, chiama “Ninfette” ragazzine tra 9 e 14 anni e le difinisce “creature demoniache”.
I “Ninfolettici”, come lui stesso li definisce, a mio parere non sono altro che pedofili, lui in primis.
Il nostro protagonista giustifica la perversione di uomini vecchi attratti da ragazzine più giovani di loro di 60, 70 anni, attraverso riferimenti a Dante e Virgilio.
Elenca bambine e bambini della Storia presi come simboli sessuali.
A mio parere è un pazzo, cosciente di esserlo, quando scrive di se stesso a distanza di anni, un malato pervertito che racconta le sue pulsioni sessuali.
Ha fantasie di approfittare della sorellina del suo compagno di studi e poi spararsi.
Vive la trasposizione di Annabelle, sua prima fidanzata, in Lolita.
Usa le donne adulte come palliativi sessuali, definendo le ragazze sopra i venti “carni stantie”.
È violento con la moglie e le pianta un pugno nel ginocchio, dopo che lei lo ha tradito e lasciato, innamorata di un altro, avendo capito di aver sposato un malato.
Questo è quanto…
Come ho già scritto, la prosa è incredibile, motivo per cui leggerò un altro romanzo di Nabokov per conoscere meglio l’autore.
Marilena