Titolo: Niente di vero

Autrice: Veronica Raimo

Casa editrice: Einaudi

Genere: Non fiction

Pagine: 165

 

« Una persona sentimentale pensa che le cose dureranno, una persona romantica spera disperatamente che non durino».

 

Niente di vero di Veronica Raimo è una potente autobiografia. Un flusso di considerazioni, pensieri e  racconti dell’autrice sulla propria vita, caratterizzata e influenzata da una famiglia disfunzionale, una madre particolarmente ansiosa e un padre con la sindrome del controllo.

Verika cresce nella periferia di Roma, nei pressi di Rebibbia, tra libri e divieti dovuti all’ansia fantasmizzata dei suoi genitori.

Durante una lunga convivenza con A. prende consapevolezza di non voler essere madre, a dispetto delle convenzioni sociali e contrariando il desiderio di sua madre che di figli ne avrebbe sfornati all’infinito.

Veronica ci racconta il rapporto con suo fratello Christian, politicamente impegnato e ad oggi, anche lui, noto scrittore.

Parla spesso dell’elaborazione del lutto, prima a proposito della perdita di suo nonno, suo terzo genitore e successivamente raccontando il suo stato d’animo e i suoi pensieri più intimi riguardo la morte del padre.

Tratta il tema del fallimento, della totale impotenza su certi aspetti della vita, usando la metafora della stitichezza, è un paragone che mi ha colpito particolarmente per la sua originalità.

Definirei Niente di vero un racconto di vita e percezione della vita stessa, narrato con un linguaggio e uno stile asciutto e informale che arriva diretto. Mi ha colpito per la profonda schiettezza.

In genere amo uno stile di scrittura più strutturato e barocco, ma in questo caso risulterebbe stonato.

Leggendo questa storia ambientata in gran parte negli anni ‘80-‘90, ho ritrovato tantissimi particolari degli anni della mia infanzia-adolescenza e spesso mi sono trovata a dover interrompere la lettura, persa nei flashback dei ricordi, ho sorriso e alla fine ho pianto.

È un libro che consiglio? Sicuramente si!
A tutti? Si, ma con riserva. È un libro fruibile, a mio parere, da vari target di lettori, ma lo consiglierei soprattutto a chi ha voglia di chiudere gli occhi e riavvolgere ancora una volta il nastro di una musicassetta con una matita esagonale.

Buona lettura.

M.

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