Titolo: Un bambino chiamato Natale
Autore: Matt Haig
Casa editrice: Salani Editore
Genere: Fiaba
Pagine:270
Un’impossibilità è solo una possibilità che ancora non capisci.
Un bambino chiamato Natale di Matt Haig è una favola, la favola di Babbo Natale.
Ci sono tutti gli elementi per farla rientrare a pieno titolo nel panorama dalla fiaba classica: un ragazzino che parte all’avventura in cerca di suo padre, la zia cattiva, il cacciatore, gli elfi, le fate, i trolls, il dramma e il lieto fine, ma soprattutto tanta, tanta magia.
Questa fiaba, arricchita dalle bellissime illustrazioni di Chris Mould, nella sua prima parte è gelida come una distesa di neve ghiacciata e nella seconda parte calda come la fiamma di un camino capace di sciogliere il cuore più freddo.
Personalmente la ritengo adatta agli adulti e ai ragazzi, in quanto è ricca di metafore in ogni sequenza del racconto, metafore che riguardano la vita, la comunità, la società e molti aspetti della psiche umana.
Matt Haig tocca con delicatezza le paure e i bisogni della maggior parte degli uomini, tra cui in primis la necessità di trovare il proprio posto nel mondo.
Haig racconta la resilienza, concetto che ormai è diventato cardine nella vita di tutti i giorni.
In alcune scene il racconto è addirittura crudo ed esplicito per rendere fino in fondo l’idea della “cattiveria” di cui alcune creature “umane o meno” sono capaci, arrivando a toccare anche argomenti sociali importanti.
È una favola che, non solo mi ha lasciato un sorriso al termine della letteratura, ma continua a farmi riflettere sul suo significato.
Felicissima di averla letta, la consiglio a tuttə le specie di lettori e lettrici… “umanə e non”…
Non conoscevo lo stile di Matt Haig, una scrittura limpida, chiara e accattivante!
Leggerò sicuramente molto altro dell’autore, oltre ovviamente a completare la sua trilogia di favole di Natale.
Buona lettura.
Marilena