Per centinaia di anni le lettere d’amore hanno viaggiato portando dichiarazioni e addii da una parte all’altra del mondo. C’era qualcuno che inviava trattenendo per un attimo il fiato, affidando a quella lettera i suoi pensieri più profondi, e qualcun’altro che l’attendeva impaziente da qualche parte.

Oggi è difficile che si riceva una lettera d’amore. Al massimo si riceve un’ e-mail.

In genere la tendenza è di affidarsi ai social. Tutto ciò che ci passa per la testa da dire dopo un attimo è già sullo schermo del ricevente tramite un whatsapp, che di romantico ha ben poco.

Non credo che la perdita di questa abitudine sia da attribuire unicamente alla tecnologia. Credo più che altro che si debba attribuire alla pigrizia odierna. Siamo diventati pigri in tutto, perfino nei sentimenti.

Ovvio che il messaggio, il whatsapp e l’e-mail siano più immediati e perfetti per comunicare in tempo reale, ma  una lettera, a volte sia invia per il puro gusto di inviarla per regalare l’emozione di riceverla.

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Questa meravigliosa citazione di Gabriel Garcia Marquez esprime perfettamente l’emozione di ricevere una lettera.
“Il lunedì, tuttavia, arrivando nella sua casa di calle de las Ventanas, trovò una lettera che galleggiava nell’acqua ristagnata dell’atrio e riconobbe subito sulla busta bagnata la calligrafia imperiosa che tanti cambiamenti di vita non erano riusciti a cambiare, e credette persino di cogliere il profumo notturno delle gardenia appassite, perché il cuore gli aveva ormai detto tutto fin dal primo spavento: era la lettera che aveva aspettato, senza un istante di tregua, per oltre mezzo secolo.”
(Gabriel Garcia Marquez, L’amore ai tempi del colera)

Ho raccolto quattro lettere d’amore da libri che ho letto. Ognuna di queste lettere esprime un sentimento diverso. Ognuna di queste lettere è a suo modo romantica.

“Marito, mi rendo conto che le mie metafore sono diventate assurde, ma quello che voglio dire è che c’è un futuro, e in quel futuro io ci sono.

Forse un domani tornerò a casa e forse non sarà troppo tardi perché io diventi il tipo di donna che non ha la sensazione di vivere una vita irrimediabilmente incasinata, e forse col tempo mi dimenticherò cos’era successo alla mia testa, dov’era finita e perché non riuscivo più a trovarla e non ci riuscivi neanche tu.

Ma se non dovessi tornare a casa, Marito, devi sapere che io sento ancora di appartenerti in tanti modi.”

(Nessuno scompare davvero – Catherine Lacey)

Tu meriti molto di più.
Ti meriti qualcuno che ti ami con tutto il cuore , qualcuno che pensi a te costantemente , qualcuno che passi ogni minuto di ogni giorno a domandarsi che cosa stai facendo , dove sei , con chi sei , se stai bene.
Hai bisogno di qualcuno che ti possa aiutare a realizzare i tuoi sogni e che sia in grado di proteggerti dalle tue paure. Hai bisogno di qualcuno che ti tratti con rispetto, che ami tutto di te , soprattutto i tuoi difetti.
Dovresti avere accanto qualcuno che ti possa rendere felice , davvero felice , spensieratamente felice.
(C. Ahern ; Scrivimi ancora)
“Clark,

quando leggerai questa lettera saranno passate alcune settimane (anche considerando le tue inaspettate capacità organizzative, dubito che tu sia riuscita a raggiungere Parigi prima dell’inizio di settembre). Spero che il caffè sia buono e i croissant freschi, e che ci sia ancora un po’ di sole per stare seduta fuori su una di quelle sedie di metallo sempre traballanti sul marciapiede. Non è male, il Marquis. Anche la bistecca è buona, se ti va di tornare per pranzo. E se guardi più avanti lungo la strada, alla tua sinistra, dovresti vedere L’Artisan Parfumeur dove, dopo aver letto questa lettera, ti consiglio di andare a provare un profumo che mi pare si chiami Papillons Extreme (non ricordo bene).Ho sempre pensato che sarebbe stato delizioso su di te. Okay istruzioni terminate. Ci sono alcune cose che ti volevo dire e che ti avrei detto di persona, ma a) ti saresti messa a piangere e b) non mi avresti lasciato finire. Hai sempre chiacchierato troppo. Dunque: l’assegno che hai trovato nella prima busta che ti ha consegnato Michael Lawler non era l’intera somma, ma solo un regalino per aiutarti ad affrontare le prime settimane da disoccupata e farti arrivare a Parigi. Quando tornerai in Inghilterra dovrai portare questa lettera a Michael nel suo ufficio a Londra, e lui ti darà i documenti necessari per avere accesso a un conto che ha intestato a te su mia richiesta. Sul conto c’è quanto basta per sceglierti un bel posticino dove vivere e per pagare l’università e le spese correnti per mantenerti durante il periodo di studi a tempo pieno. I miei genitori saranno messi al corrente di tutto. Spero che questo, insieme all’apporto legale di Michael Lawler, faccia sì che ci sia meno trambusto possibile. Clark, già ti vedo andare in iperventilazione. Non cominciare a farti prendere dal panico e non tentare di svincolare. Tutto questo non sarà sufficiente per farti restare seduta in panciolle per il resto della tua vita, ma dovrebbe almeno regalarti la libertà, sia da quella claustrofobica cittadina che entrambi chiamiamo casa, sia dal tipo di scelte che finora ti sei sentita in obbligo di fare. Non ti sto dando questo denaro perché voglio che tu pensi a me con nostalgia o mi sia riconoscente o lo veda come un ingombrante ricordo. Te lo dono perché non ho più molti motivi per essere felice, ma tu sei uno di questi. Sono consapevole che conoscermi ti ha causato sofferenza e dolore, e mi auguro che un giorno, quando sarai meno arrabbiata con me e meno sconvolta, capirai non solo che non avrei potuto fare altrimenti, ma anche che questo ti aiuterà a vivere una vita davvero bella, una vita migliore di quella che avresti vissuto se non mi avessi incontrato. Per qualche tempo ti sentirai a disagio nel tuo nuovo mondo. Ci si sente sempre disorientati quando si viene sbalzati fuori dal proprio angolino rassicurante. Ma spero che tu sia un po’ elettrizzata. Il tuo viso quando sei tornata dall’immersione mi ha detto tutto: c’è fame in te, Clark. C’è audacia, l’hai soltanto sepolta, come fa gran parte della gente.
Non ti sto dicendo di buttarti da un grattacielo o di nuotare con le balene o cose di questo genere (anche se in cuor mio mi piacerebbe che lo facessi), ma di sfidare la vita.
Metticela tutta. Non adagiarti. Indossa quelle calze a righe con orgoglio. E se proprio insisti a volerti sistemare con qualche tizio strampalato, assicurati di mettere in serbo un po’ di questa vitalità. Sapere che hai ancora delle possibilità è un lusso. Sapere che potrei avertele date io è stato motivo di sollievo per me. Così stanno le cose.
Sei scolpita nel mio cuore, Clark, fin dal primo giorno in cui sei arrivata con i tuoi abiti ridicoli, le tue terribili battute e la tua totale incapacità di nascondere ogni minima sensazione.
Tu hai cambiato la mia vita molto più di quanto questo denaro potrà cambiare la tua.
Non pensare a me troppo spesso.
Non voglio pensarti in un mare di lacrime. Vivi bene. Semplicemente, vivi.

Con amore, Will”

(Io prima di te – Jojo Moyes)

Mia adorata Catherine,

mi manchi amore, come sempre, ma oggi è più dura del solito, perchè il mare ha cantato per me, e la canzone era quella della nostra vita insieme. Mi sembra di averti accanto, mentre scrivo questa lettera e sento il profumo dei fiori di campo che mi hanno sempre ricordato te. Ma queste cose adesso mi lasciano indifferente. Le tue visite si sono diradate, e a volte ho la sensazione che la parte più importante di me stia scivolando via lentamente.
Eppure mi sforzo: di notte, quando sono solo, ti chiamo, e tutte le volte che il mio dolore giunge al culmine, riesci ancora a trovare il modo di tornare da me. Ieri notte ti ho vista in sogno, sul molo vicino a Wrightville Beach. Il vento ti soffiava tra i capelli e nei Tuoi occhi c’era ancora il bagliore del sole al tramonto. Resto colpito vedendoti lì, appoggiata alla balaustra. Come sei bella, si una bellezza che non ho mai trovato in nessun’altra donna. Lentamente mi avvicino verso di te e quando alla fine ti volti e guardi, mi accorgo che anche gli altri ti stanno osservando. “La conosci?” sussurrano invidiosi, e mentre mi sorridi, rispondo la pure verità: “Più del mio cuore”.
Ti raggiungo e ti prendo fra le braccia, anelo a questo momento più di qualsiasi altro.  E’ ciò per cui vivo, e quando tu rispondi al mio abbraccio mi abbandono a questo momento, finalmente di nuovo in pace.
Sollevo la mano e ti sfioro la guancia, e tu pieghi la testa e chiudi gli occhi. Le mie mani sono ruvide sulla tua pelle morbida, e per un attimo mi chiedo se ti tirerai indietro, ma so che non sarà così. Non lo hai mai fatto, ed è in momenti come questo che capisco lo scopo della mia vita.
Io sono qui per amarti, per stringerti fra le braccia, per proteggerti. Sono qui per imparare da te e ricevere in cambio il tuo amore. Sono qui perchè non c’è nessun altro luogo in cui vorrei essere.
Ma poi, come al solito, quando siamo vicini incomincia a salire la nebbia. Dapprima è una bruma lontana, che sale all’orizzonte, e io sono sempre più impaurito a mano a mano che si avvicina. Si insinua intorno a noi, accerchiandoci come per impedirci di fuggire. Come una nube, inghiotte tutto, si fa più vicina, finchè non resta null’altro all’infuori di noi due.
Sento un nodo alla gola e gli occhi mi si riempiono di lacrime, perchè so che è venuto il momento di andare. Lo sguardo che mi lanci in quest’istante, mi perseguita. Sento la tua tristezza e la mia solitudine, e il dolore nel mio cuore, che si è calmato solo per poco si fa più forte quando mi lasci. Poi  apri le braccia e indietreggi nella nebbia, perchè quello è il tuo posto, non il mio.

Vorrei seguirti, ma mi rispondi scuotendo la testa, sappiamo entrambi che è impossibile.
E con il cuore a pezzi rimango a guardarti mentre sparisci piano piano. Cerco disperatamente di ricordare ogni particolare di questo momento. Ma presto, sempre troppo presto, la tua immagine svanisce e la nebbia ritorna da dove è venuta, e io resto solo sul molo e non m’importa di ciò che pensano gli altri mentre chino la testa e piango, piango, piango.

Garrett

(Le parole che non ti ho detto    – N. Sparks)

 
Buon anno a tutti!
Bisous Bisous
Marilena’s J.
Photo:web

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