L’amica geniale, alla sua seconda stagione televisiva, ha riunito davanti agli schermi milioni di spettatori, eterogenei, lettori fan della celebre tetralogia di Elena Ferrante e non lettori, fan della fiction estremamente fedele ai romanzi nei fatti e perfino nei dialoghi.

Ma parliamo dei personaggi maschili che popolano questa storia MADE IN NAPOLI.

Si perché l’intero popolo di “seguaci” della saga L’amica geniale grida “Fuck Nino Sarratore, Omm’ e Merd’ “
Nino, faccia pulita, intellettuale di sinistra, apparentemente liberale e schierato contro il sessismo, ma odiato dalle donne di tutto il mondo!
Certo in un primo paragone con il resto dei personaggi della storia, ne sembrerebbe uscire vincitore e invece no!

Stefano, maschilista, marito padrone e violento, sposa Lila con l’inganno, trattenendola accanto a se con il ricatto.
Stefano ossessionato da Lila, non si rassegna a non essere ricambiato dalla moglie. Usa violenza fisica e psicologica contro di lei, perché nella sua cultura patriarcale e ignorante degli anni ‘60 è l’unico modo per non perderla e per mantenere il suo ruolo di marito autoritario, che spesso vacilla al cospetto di un carattere forte e deciso come quello di Lila, che non si piega, ma non si spezza nemmeno.
Condannando assolutamente in toto l’atteggiamento di Stefano, sappiamo che è dettato dalla cultura del suo tempo e dall’incapacità di accettare una moglie più forte di lui, da cui nonostante tutto è totalmente soggiogato.

Il fratello e il padre di Lila, altre due figure patriarcali, approfittano del suo lavoro per venderla come merce di scambio, ma non nascondono le loro vere intenzioni.

I Solara, sono classificati sin dall’inizio della storia nella fascia peggiore della società napoletana. Da personaggi del genere ci si aspetta solo ed esclusivamente comportamenti camorristici e coercitivi.

Invece Nino Sarratore, con i suoi lineamenti gentili e il suo atteggiamento da rivoluzionario  che vuole salvare il mondo dai soprusi dei potenti e degli oppressori, contrasta con il modo viscido che usa per approfittarsi delle donne della sua vita. Dapprima della sua fidanzata Nadia, figlia della professoressa, di cui si serve per entrare nel giro della “Napoli bene”, poi Lenuccia, palesemente innamorata di lui da sempre, di cui sfrutta il sentimento e le “affinità elettive”, per poi calpestarli pubblicamente, per arrivare a Lila, suo pallino e capriccio dall’infanzia, oggetto del suo desiderio, conquista di un uomo predatore che deve riuscire ad ottenere il suo giocattolo.
Strappando Lila consapevolmente alla sua realtà, dove bene o male era riuscita a stabilire un equilibrio, la aabandona dopo solo 23 giorni di convivenza, lasciandola incinta, senza una lira per sostenersi, semplicemente perché avverte che lei è intellettualmente un pericolo per la sua realizzazione personale.

Nino è un vigliacco approfittatore, sotto mentite spoglie di liberatore.

È uno dei peggiori generi di uomo, vede la donna come un oggetto, ma predica l’uguaglianza di genere.

Sfrutta le donne per i suoi fini personali, per poi gettarle come stracci vecchi senza nemmeno chiedere scusa. Un burattinaio che si traveste da burattino, per insinuarsi subdolamente nella mente delle donne della sua vita, ingannandole, facendo credere di volerle proteggere da una società patriarcale di cui lui stesso è vittima.
Degno figlio di suo padre, ne incarna la versione peggiore perché travestito da principe azzurro.

Ecco perché Nino Sarratore è “Nu ver’  Omm e merd!”

 

Marilena

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