Titolo: Questioni di sangue

Autrice: Anna  Vera Viva

Casa editrice: Garzanti

Genere: Giallo

Pagine: 256

 

“Non c’erano dubbi adesso, il sisma che era avvenuto tra cuore e cervello aveva partorito una certezza e, tra i sentimenti checombattevano in lui per avere la precedenza, quello
che prevaleva era l’incredulità.”

Ultimamente sento il bisogno di “leggere Napoli”.

Questioni di sangue di Anna Vera Viva, è quindi in comfort zone.

Rione Sanità. Raffaele lacono è il nuovo parroco della chiesa di Santa Maria.
La gente lo guarda con diffidenza, non immagina che il prete in realtà è uno di loro.
A sei anni Raffaele, dopo la morte della mamma, fu portato a Roma e dato in adozione, il fratello, Peppino Annunziata, minorenne, già predisposto alla malavita, non era ritenuto, dagli assistenti sociali, in grado di occuparsi del bambino.
Tornato nel quartiere con un nuovo cognome Raffaele decide di mantenere l’anonimato, per potersi riappropriare con calma delle sue emozioni e del “suo” Rione.

Aiutato e accudito dalla perpetua Assuntina, donna piena di chiacchiere, scopre i segreti dei suoi vicini di zona.
Suo fratello Peppino è diventato Boss del Rione.

Il dualismo bene/male rappresentato dai due fratelli, il legame di sangue e la riscoperta dello stesso, sono ‘espediente narrativo che traina la storia.

Il Parroco indaga sull’omicidio di un poliziotto, un corrotto, uno strozzino che metteva in ginocchio più persone nel quartiere, quindi in tanti avrebbero avuto un movente, questo rende necessario l’aiuto del boss per riportare il controllo e l’ordine nel Rione.

Ogni contatto era un contatto da ring.
Lo percepì subito, quel rapporto viscerale che scorreva
tra le persone, e pensò che era unico, come uniche erano
quelle antiche viscere della città.

Questione di sangue è un romanzo di grande impatto, mi ha travolta, trascinata per i vicoli della
Napoli “sprofondata”, coprotagonista della storia.
Sono rimasta affascinata dalle leggende narrate e dal modo di Anna Vera Viva di scavare nelle pieghe più nascoste del Rione Sanità.

I due fratelli pulsano di emozioni, di tormenti e angosce che mi hanno coinvolta e commossa.
Ogni personaggio è in evidenza, mai relegato al ruolo di comparsa.

Una bellissima “narrativa gialla”, uno stile ben strutturato, un modus narrante dinamico che
mantiene un ritmo serrato per tutta la durata della narrazione.
Un romanzo ricco di sentimenti, di suspense ed emozioni.
Un plauso all’autrice.

Buona lettura.

M.

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