Spesso mi chiedete quale sia una biografia sul personaggio di Mary Shelley che consiglierei, beh sicuramente Come un incantesimo, Mary e Percy Shelley nel Golfo dei poeti, KAPPA VU edizioni, la consiglio ad occhi chiusi.
L’ho definita una biografia allucinante e allucinata, nel senso che racconta di stati d’animo di Mary e Percy spesso sotto l’effetto di droghe, soprattutto Percy faceva grande uso di laudano, mentre Mary racconta le sue allucinazioni attraverso brani tratti dal suo diario, senza ben chiarire se fosse sotto effetto di stupefacenti, però sicuramente di frequente non era molto presente a se stessa.

Non è un mistero per nessuno che con Mary Shelley avverto una sorta di affinità elettiva.
In questi anni ho sentito il bisogno di approfondire la natura delle sue ansie e paturnie interiori, dei dolori che hanno spinto Mary a creare un capolavoro come Frankestein e non solo.
Mary Shelley, nata Mary Wollstonecraft Godwin, soffriva di profonde forme depressive, dovute ai numerosi e gravi lutti che ha dovuto affrontare durante la sua vita.

Mary è figlia di Mary Woolstoncraft, scrittrice rivoluzionaria, tra le prime teoriche dei diritti delle donne e William Godwin, editore inglese. I genitori di Mary, sostenitori dell’amore libero e si sposano solo per legittimare la nascita della figlia.
Mary W. era già madre di Fanny, bimba avuta da un rivoluzionario francese già sposato.

Alla morte della moglie, avvenuta a pochi giorni dal parto, Godwin sposa una donna che si rivela una pessima madre per Mary, e che incarna la figura della matrigna cattiva, nell’immaginario della ragazza, al contrario però, Mary crea un forte legame con la sorella acquisita Claire.
La matrigna cattiva convince Godwin ad allontanare Mary adolescente da casa, inviandola a trascorrere un lungo viaggio in Scozia presso una famiglia di amici.
Quando Mary torna a Londra, richiamata da Claire, è ormai una giovane donna, che approfondendo gli scritti della madre sposa totalmente le sue idee liberali ed è così che quando conosce Percy Shelley, poeta e “protetto” di suo padre, decide di vivere liberamente i loro amore, nonostante Percy sia già legato in matrimonio ad un’altra donna ed abbia già una figlia.
Nonostante le sue idee liberali, il padre di Mary decide di rifiutare quest’unione e costringe i due ragazzi a scappare e lasciare Londra, per sfuggire alle maldicenze e soprattutto ai debiti accumulati da Percy.
Mary abbandona quindi sua sorella Fanny a casa, portando invece con sé la sorellastra Claire, da cui subisce il primo tradimento, in quanto si dice che proprio Claire sia stata una delle prime amanti di Percy. Purtroppo Mary, nonostante il suo carattere forte, forgiato sulle idee di sua madre, è totalmente plagiata e soggiogata dall’amore per Percy, da cui è totalmente dipendente psicologicamente.
La vita errante e sregolata della coppia basata sulla fuga e totalmente incentrata sui bisogni di Shelley, fa si che Mary entri in un tunnel di depressione, dovuto ai continui tradimenti, alla lontananza dalla famiglia, ma soprattutto ai dolorosi lutti che si susseguono a causa del suicidio della sorella Fanny e la morte dei primi tre figli, molto piccoli, causata dai continui spostamenti e la vita folle imposta da Percy.

Nell’estate del 1816, chiamato Anno senza estate, Mary , Percy e Claire, sono invitati a trascorrere del tempo a Ginevra, a Villa Diodati, una delle residenze di Lord Byron (amante di Claire e amico di Shelley), insieme al dottor John Polidori. E lì in una notte di tempesta si narra che Byron, dopo un’animata discussione sul galvanismo, abbia sfidato i suoi ospiti a scrivere un racconto sui fantasmi, sotto lo stesso tetto nacquero due capolavori gotici: Frankestein ovvero il moderno Prometeo di Mary Shelley e Il Vampiro di John Polidori..

Inizialmente a Mary non viene permesso di firmare il suo romanzo, in quanto donna, attribuito a Percy, ma lei si batterà per i suoi diritti e in seguito con l’aiuto di suo padre con cui si riconcilierà quando sposerà Percy, rimasto vedovo a causa del suicidio della prima moglie, di cui Mary si riterrà sempre responsabile, firmerà il suo grande capolavoro letterario.

Nel 1822 Mary e Percy per volere di lui si trasferiscono a Lerici in Liguria, insieme ad una coppia di amici, la cui moglie Jane Williams, fu l’amante di Percy fino alla sua morte.
Il soggiorno ligure segnato, da grandi tragedie, quali un aborto che mette Mary in pericolo di vita e la notizia della morte di Allegra, figlia di Claire e Byron, bambina a cui Percy era molto legato, ma segna anche la fine definitiva.
Nel Golfo dei poeti infatti, Percy perde la vita durante un naufragio il 1 giugno 1822, il corpo di Shelley, trovato sulla spiaggia dieci giorni dopo, viene cremato.
Si narra che Mary riuscirà a custodire i cuore di Percy, che non è bruciato insieme al corpo, fino alla sua morte e che sarà sepolto con lei.

Dopo la morte del suo grande amore, Mary Shelley torna a Londra con suo figlio Percy Florence, con cui vivrà fino alla morte, avvenuta il 1 febbraio 1851 a causa di probabile tumore al cervello.

Mary ha trascorso il resto della sua vita dopo la morte di Percy scrivendo altre sue opere e trascrivendo le poesie di suo marito nella speranza di farlo vivere in eterno.

Della vita di questa meravigliosa autrice c’è tanto altro da raccontare e lo farò ancora, questo è il periodo narrato nella biografia Come un incantesimo – Mary e Percy Shelley nel golfo dei poeti di Carla Sanguineti, Kappa Vu Edizioni, che mescola una biografia romanzata a brani tratti dal diario di Mary, libro che ho amato profondamente.

Marilena

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