Titolo: La Vergine azzurra

Autrice: Tracy Chevalier

Casa Editrice: Neri Pozza

Genere: Narrativa storica

Pagine: 303

 

La Vergine azzurra è stato il mio primo incontro con la penna di Tracy Chevalier, non a caso ho deciso di conoscere questa autrice partendo dal suo primo lavoro.

Ci troviamo davanti ad una storia narrata su due piani temporali. Nel presente, o quantomeno in un immediato passato, la Chevalier ci racconta la storia di Ella, una trentenne americana trasferitasi in Francia per “seguire” la carriera di suo marito.

Nel passato, nel VIXX secolo incontriamo Isabelle, una giovane donna la cui esistenza è segnata da pregiudizi e dicerie legati al colore dei suoi capelli, rossi, come quelli della Vergine.

Isabelle appartiene ad una comunità di calvinisti, e come si sa, gli ugonotti, non accettavano la figura della Vergine o chi in qualche modo la venerasse o ne ricordasse le sembianze.

A causa di una serie di circostanze nefaste legate al lavoro di levatrice di sua madre e alla sua famiglia, Isabelle viene definita “strega” dalla sua comunità, marchio che porterà con sé per tutta la vita e che le causerà dolori immensi e maltrattamenti da parte dei compaesani, della famiglia dell’uomo che sposerà e dello stesso marito.

Nel presente, Ella Turner arrivata in Francia si trova costretta dalle circostanze a rinunciare al lavoro di levatrice che svolgeva in America e con troppo tempo libero a disposizione, in un paesino, vicino Tolosa, i cui abitanti sembrano non essere accoglienti. Questo la spingerà a cercare una motivazione personale alla sua presenza in quel luogo, soprattutto dopo aver scoperto che la sua famiglia di origine, i Tournier era originaria proprio di quella zona della Francia.

L’arrivo in Francia di Ella, infatti, è segnato da un sogno ricorrente che la spinge ancora di più a cimentarsi in quest’impresa, che sembra impossibile: ricostruire secoli di storia della sua famiglia e risalire all’origine del sogno che inizia a turbarla.

Il viaggio nel passato porterà Ella a ricongiungersi con le sue origini e a ritrovare se stessa dopo un momento di grande smarrimento emotivo e sentimentale.

Attraverso questo romanzo ho avuto modo di scoprire realtà storiche e tradizioni appartenenti a delle piccole comunità francesi che non conoscevo.

Apprezzo molto il rilievo che Tracy Chevalier dà all’aspetto storico del romanzo.

La narrazione è ricca di descrizioni paesaggistiche e ambientali curate nei particolari, elemento che ritengo sempre di grande valore in un romanzo.

La storia di Isabelle è ricca di patos, dolore e colpi di scena, quella di Ella molto più lineare, fino a culminare in un colpo di scena finale che mi ha lasciato un po’ di perplessità perché legato a tradizioni pagane francesi di cui non ero a conoscenza e che mi ha sconvolto non poco, di cui ho avuto modo di ricevere una delucidazione dalla scrittrice.

Alcuni punti della storia sono lasciati, forse volutamente, in sospeso.

D’altra parte si sa, una storia termina bene o male, a seconda del momento esatto in cui la scrittrice decide di mettere il punto. E la sensazione al termine di questa storia è che il punto sia stato messo un attimo prima del gran finale.

Lo stile di scrittura è molto travolgente ed incalzante man mano che procede la narrazione.

Consigliatissimo agli amanti del romanzo storico e della tradizione con tocco di “soprannaturale”.

Marilena

 

Write A Comment