Titolo: L’Eneide di Didone

Autrice: Marilù Oliva

Casa editrice: Solferino

Genere: Retelling dell’Eneide di Virgilio

Pagine: 266

 

“Quanto più una menzogna è inammissibile, tanto più, se sostenuta con impeto, verrà creduta dalla folla sprovveduta”

 

Didone, regina di Cartagine, donna forte,lucida condottiera a capo di un popolo si uccide per amore di un viaggiatore di passaggio?

Non è d’accordo Marilù Oliva su questa versione della storia e decide di raccontare “L’Eneide di Didone”, un retelling della celebre opera Virgiliana.

La voce di Didone domina la storia, molto più predominante rispetto a Penelope nel precedente romanzo dell’autrice.

Le voci narranti sono tre: Didone, Giunone, dea protettrice della regina e Venere, madre di Enea. Questo triplo punto di vista mi è piaciuto molto, perché dona dinamicità alla narrazione, soprattutto nei punti più lenti come le lunghe descrizioni di battaglie.

La storia che fa da sfondo alla vicenda è quella che noi tutti conosciamo, l’apporto di Oliva è quasi esclusivamente nella vicenda personale di Didone e soprattutto nelle considerazioni personali delle tre narratrici.

Oliva ci presenta la regina dei Fenici come una donna fedele al suo popolo e a se stessa, dai pensieri, oserei dire, quasi moderni e femministi, Didone crede nelle divinità, ma è scettica sul loro intervento diretto negli affari umani.
Giunone sua protettrice, la segue “a distanza”, rispettando in qualche modo questo punto di vista, Venere invece, molto più invadente, prende parte attiva nella storia.
Tre figure in qualche modo complementari, tre visioni che si fondono in un’unica narrazione perfettamente riuscita.

La prima parte del romanzo è più scorrevole e veloce, narra la storia tra  Enea e Didone, della seconda non vi spoilero nulla, ma dopo un colpo di scena totalmente inaspettato, l’ambientazione cambia e vengono narrate scene di battaglia con dovizia di particolari, nonostante l’autrice nelle note finali affermi di aver molto “snellito” la descrizione delle battaglie, rispetto alla versione originale Virgiliana, risultano a mio parere ancora un po’ lunghe.

Un personaggio marginale di questo romanzo, che però ho trovato molto interessante, e di cui ho molta curiosità di approfondirne la conoscenza del mito, è Camilla regina dei Volsci.

Non sono mai stata una grande amante dell’Eneide, personalmente non ho mai tollerato molto il personaggio di Enea, e preferisco di gran lunga i poemi Omerici, ma ho apprezzato molto questa versione di Marilù Oliva, proprio perché rende giustizia a Didone, troppo strumentalizzata e mortificata  nell’Eneide originale.

Buona lettura

Marilena 

 

 

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