Titolo: Mia nonna d’Armenia

Autrice: Anny Romand

Casa Editrice: La lepre edizioni

Genere: Biografico, storico

Pagine: 96

 

Medz Yeghern, in lingua armena vuol dire “grande crimine”.

Questi due termini vengono usati dagli armeni per indicare il massacro perpetrato, contro il loro stesso popolo,
dall’Impero ottomano, tra il 1915 e il 1916, teso all’eliminazione di un’intera etnia, quindi un genocidio.

Solo ventinove stati hanno ufficialmente riconosciuto questo sterminio come genocidio.

L’atteggiamento negazionista della Turchia teso a negare l’evidenza dei fatti, sostenendo che il genocidio del popolo armeno non sia mai avvenuto, questa è una delle cause di tensione tra la Turchia e l’Europa.
Una legge francese punisce questa negazione del genocidio armeno con l’arresto.
Per contro, la Turchia punisce con il carcere fino a tre anni il nominare in pubblico l’esistenza del genocidio degli armeni in quanto atteggiamento anti-patriottico in opposizione con lo Stato.

È proprio in Francia che si svolge la storia narrata in ‘Mia nonna d’Armenia’ di Anny Romand, una testimonianza della scrittrice, nipote di una donna armena rifugiata in Francia, sopravvissuta all’atrocità del genocidio, ma con grandi cicatrici da portare dentro di sé.

Il romanzo biografico, in parte raccontato da Anny bambina è in parte narrato attraverso stralci del diario della nonna Serpouhi, lacera il cuore e provoca rabbia causata dalla crudeltà dei fatti descritti e dall’indifferenza del mondo nei confronti del genocidio armeno.

Non è una lettura estremamente fluida, a causa dei continui salti temporali, ma ci permette di conoscere una minima parte della verità.

È inumano comprendere e necessario“conoscere”, per non dimenticare che alcuni uomini sono stati, e sono continuamente , capaci di compire atti disumani.

Questo libro mi ha spinta a cercare notizie ulteriori sui fatti e ad approfondire questo evento storico.

Buona lettura.

Marilena

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