Titolo: Persone normali

Autrice: Sally Rooney

Casa editrice: Einaudi

Genere: Narrativa

Pagine: 331

 

“Era cultura intesa come manifestazione di classe,letteratura elevata a feticcio per la sua capacità di offrire agli eruditi finte esperienze emotive, cosicché in seguito potessero sentirsi superiori agli incolti delle cui esperienze emotive amavano leggere”

 

Sally Rooney racconta la storia di un ragazzo e una ragazza, due vite apparentemente “normali”, Marianne e Connell si conoscono dai tempi della scuola.

Marianne ha paura di non essere “degna di essere amata” ed entrambi vorrebbero solo essere considerati “persone normali”.

Connell adora sapere di avere una forte influenza su Marianne che ad un certo punto diventa quasi un “dominio psicologico”, non sono fidanzati, ma hanno un legame ancora più profondo, una dipendenza reciproca, che supera ogni diversità, ogni divergenza e gli anni.

Hanno trascorso  tutta la vita nello stesso posto e ogni momento di lontananza, seppur breve, li porta a vacillare.

È un romanzo estremamente semplice nella trama, tutto sta nelle emozioni che riesce a suscitare, credo che per questo ci siano tanti pareri discordanti al riguardo, fino a pagina 160 mi è piaciuto questo racconto che scorre fluido, poi ad un certo punto diventa, a mio parere, noioso e un po’ ridondante, a volte anche troppo forzato, soprattutto quando si parla del rapporto di Marianne con il sesso.

L’unico punto che ho apprezzato nella seconda parte è la considerazione sulla cultura  che  ho riportato all’inizio.

Le ultime 80 pagine sono un’escalation di nonsense fino all’apoteosi nel finale, per me, totalmente privo di emozione.

Per quello che mi riguarda questo libro è stato una delusione.

M.

 

 

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