Titolo: Martha Peake

Autore: Patrick McGrath

Casa editrice: Bompiani

Genere: Storico/gotico

Pagine: 392

 

“Scrivere una storia non è forse un atto di magia nera?
Resuscitare i morti animandone le ossa, come fanno gli storici.”

Ho iniziato a leggere Martha Peake di Patrick McGrath, perché il capolavoro dell’autore, “Follia” è entrato a gamba tesa sul mio podio dei libri della vita.

Credevo di ritrovare le stesse atmosfere, o lo stesso stile di scrittura in questo romanzo, aspettativa assolutamente sbagliata.

Semplicemente perché “Martha Peake” è un salto nel buio, nel buio delle atmosfere gotiche di Drogo Hall, nel fuoco che accompagna questa storia, la storia di una donna rivoluzionaria, Martha Peake, una storia di un amore ossessivo di un padre, Harry Peake, nei confronti di sua figlia; un amore attraverso cui Harry cerca il conforto e la panacea dei propri sensi di colpa per aver distrutto la sua famiglia e per essere stato in qualche modo causa della morte della moglie Grace.

Martha, bambina, con un abbraccio salva la vita di suo padre, un uomo, ormai deforme, destinato altrimenti ad un’esistenza in solitudine, per poi però scappare da quell’abbraccio, molto lontano, oltreoceano, fino alla baia del Massachusetts, per immergersi con coraggio nella rivolta contro i coloni inglesi, alla vigilia della Rivoluzione americana.

Conosceremo la storia di questa donna, al crepitìo del fuoco di Drago Hall, dalle parole del vecchio dottor William, che, ormai morente, mostrerà al nipote Ambrose il ritratto di Harry e svelerà al suo erede la vera storia dei suoi antenati.

McGrath apre una porta sulla storia e lascia entrare il lettore a piccoli passi, proprio come in un classico gotico inglese.

Lo stile della narrazione lo definirei infatti molto vicino al classico vittoriano, sia per atmosfere ed espedienti narrativi, sia per la caratterizzazione dei personaggi.

Questo denota la grande versatilità dell’autore.

Buona lettura.

Marilena

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