Titolo: Semafori rossi

Autrice: Gianna Radiconcini

Casa Editrice: La Lepre edizioni

Genere: Narrativa italiana

Pagine: 180

“La constatazione non mi creò la disperazione temuta, già provata dopo precedenti fratture. Evitai anche l’ossessione dei semafori rossi.”

Semafori rossi, di Gianna Radiconcini, è uno spaccato di vita dell’Italia, ma soprattutto della condizione della donna italiana negli anni ‘50, nel periodo post bellico, quando una ragazza che a diciassette anni si era dedicata alla “causa”, rischiando la propria vita facendo la staffetta partigiana, si ritrova in un’Italia diversa da quella per cui ha lottato, che la piega ai “valori classici” della famiglia e del matrimonio.

Ma proprio quando lei questa nuova vita se la cuce addosso su misura, suo marito, fedifrago, la tradisce e la costringe ad un’esistenza da donna abbandonata. Le restano però ancora i suoi figli e  il suo lavoro di giornalista, al quale Anna non ha mai voluto rinunciare proprio per la sua indipendenza “psicologica”, per quanto sia pagata poco e niente come donna e precaria, che le restituirà la sua individualità e le permetterà di ricostruirsi attraverso una forte esperienza di resilienza, ma soprattutto le permetterà di non abbandonarsi ai momenti di depressione, i suoi “semafori rossi”.

Anna nella sua vita intreccerà più di un legame sentimentale significativo, ma capirà che il legame più importante è quello con se stessa.

”Semafori rossi” è un romanzo abbastanza breve, ma, allo stesso tempo, uno di quei romanzi che in 180 pagine sono capaci di regalare tanto.

Gianna Radiconcini affrontata molte tematiche importanti, una tra tante l’indipendenza femminile e il diritto alla maternità fuori dal matrimonio.

Trattandosi di un’Italia degli anni ‘50 potremmo pensare che tanti di questi problemi siano ormai superati, e formalmente lo sono, ma quello che spesso avverto è che non lo siano davvero nel substrato culturale, che non lo siano nei pregiudizi e negli schemi mentali di troppe persone ancora.

Mi piacerebbe poter dire che sia un romanzo che racconta una realtà ormai “superata”, ma purtroppo lo trovo un romanzo ancora “troppo attuale”.

Consigliatissimo!

Marilena

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